Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/230

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— Non era dunque — esclamava — un sogno di inferma fantasia ciò che il mio povero compagno di viaggio ebbe a rivelarmi dopo quella notte angosciosa che noi passammo a Losanna. Ma voi...? Come avviene che io debba rivedervi fra le Immolate, dopo che Iddio vi aveva fatta santa col maggiore de’ suoi benefizii, rendendovi madre?...

— Io perdetti mio figlio — rispose la donna con un sospiro.

— Morto?...

— Rapito in età di due mesi.

Fratello Consolatore giunse le mani esclamando: — E Iddio vorrà permettere che duri eternamente impunita questa tratta misteriosa di neonati per cui piangono tante madri!... Duemila e cinquecento bimbi scomparsi dall’Europa in meno di tre anni... e nessun indizio... nessuna traccia...

— Tacete!... — interruppe la donna rabbrividendo.

— Che è stato?...

— Vedete... quell’uomo?...

— Un orribile uomo! — disse il Levita, guardando verso la cancellata del giardino.

— Ebbene... quel terribile nano... quel mostro... in un momento di esaltazione amorosa... mi avrebbe promesso...

— Vi avrebbe promesso?...

— Di restituirmi la mia creatura a patto che io infranga i miei voti, a patto ch’io mi sacrifichi a lui per tutto il resto de’ miei giorni.

Fratello Consolatore alzò gli occhi al cielo e dopo breve silenzio esclamò con fatidico accento:

— È necessario che il sacrificio si compia; i figli sono la redenzione dei padri.

Così parlando, il sacerdote e la donna erano giunti alla porta maestra del gran parco.