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Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/254

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pille si dilatarono per tuffarsi in quel bagliore di bellezza.

— Orbene — ripigliò la Michel sempre più animata; — mi vedete? vi paio bella? Io mi dono a quello di voi, che essendo stretto ad una donna dal vincolo coniugale, nullameno salirà in groppa del mio cavallo, e riuscirà pel primo a baciarmi la punta d’uno stivaletto!

In un attimo quella immensa moltitudine di gente fu veduta agitarsi come un mare in tempesta. Gli uomini si spingevano innanzi, urlando, manovrando coi pugni e coi bastoni, dilaniandosi l’un l’altro i vestimenti e le carni. Le sbarre che difendevano il padiglione caddero rovesciate ed infrante in quell’impeto erotico di maschio calore. L’eroina del congresso, sgomentata, diede l’allarme alle compagne; i cavalli nitrirono scalpitando... Ma... ecco... il ruggito della folla echeggia più gagliardo e minaccioso. Cos’è avvenuto? Un uomo contuso, sanguinolento è riuscito a farsi innanzi... ha sorpassato la barriera frantumata... si è spinto fino al proscenio del padiglione... e salito sul destriero della vezzosa cavalcatrice... ha stretto al labbro il profilato piedino ch’ella ha vibrato nell’aria...

Clara Michel dà il segnale della partenza; la comitiva equestre si slancia a briglia sciolta sullo stradone sportheno1 che conduce alla capitale dell’Olona...

Il padiglione rimane sgombro.

Di là a pochi minuti, nell’agro circolava la notizia che il fortunato quanto audace mortale, trascinato in groppa dalla famosa emancipatrice, era un tal Settimio Crispani, già processato per bigamia, padre di quattordici figli di ignota dimora.

  1. Si chiamano sporthene le nuove strade esclusivamente destinate al passaggio dei cavalcatori, dei velocipedisti, dei pattinatori e dei curricoli di svago.