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finissimi attraverso alle lamelle e sottoporli all’osservazione microscopica. Allora si scorge che la superficie d’ambidue i lati delle lamelle è formata da cellule claviformi verticali all’asse longitudinale, che si chiamano basidii (Tav. I, fig. 5). Essi contengono un succo granuloso detto protoplasma, che uscendo alla sommità dei basidii maturi per i tubetti (sterimmi) che si formano in cima agli stessi genera le spore (Tav. I, fig. 6) in numero eguale agli sterimmi, cioè una per sterimma. Il cappello si appoggia ad un sostegno verticale, che lo congiunge col luogo dove nasce e che si chiama gambo (Tav. I, fìg. 3, c). Alla sommità del gambo si trova l’anello (Tav. I, fig. 3-4, d), specie d’invoglio parziale per proteggere gli organi della riproduzione, e che quando il fungo è maturo riesce d’ornamento al gambo. Alla base del gambo poi si trova la volva (Tav. I. fig. 3-4 e) che è l’invoglio generale e che serve a difendere il fungo nel primo sviluppo. Crescendo poi il fungo rompe la volva, rimanendo essa in parte aderente al cappello sotto forma di verruche o brandelli (Tav. V, VI, VII ecc.) e in parte investendo la base del gambo in forma di sacco col margine lacerato o regolarmente disposto a lobi (Tav. I, fig. 3, e). — Nella maggior parte dei funghi però tanto l’anello che la volva sono assai tenui e spariscono affatto appena incominciano a svilupparsi le parti del ricettacolo, e perciò si dicono essere senza anello e senza volva.

Le Poliporacee e le Idnacee hanno il medesimo sviluppo e la medesima forma di ricettacolo delle Agaricacee, manca però quasi sempre la volva, e l’anello si trova soltanto in qualche specie. Differiscono però nell’imenio, che nelle Poliporacee è formato da tubetti saldati insieme, formanti alla estremità inferiore una superficie porosa (Tav. LXXXV, fig. c), e nelle Idnacee è costituito da aculei che coprono la parte inferiore del cappello (Tav. XCIX). Gli organi della riproduzione, cioè i basidii e le spore, si formano nella cavità dei tubi e alla superficie degli aculei.

Le Clavariacee hanno un ricettacolo affatto diverso (Tav. C-CII). Non vi è cappello, ma soltanto una specie di gambo che si chiama tronco, dal quale si sviluppano dei rami cilindrici o compressi che si biforcano una o più volte e danno al fungo l’aspetto d’un cespuglio in miniatura. Tutta la superficie dei rami è coperta dalla membrana imenifera, che porta gli organi della fruttificazione identici ai già indicati.