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zato ad umbone, secco, color marrone tendente nello sfondo al rossastro, tutto coperto da eleganti squame del medesimo colore; lamelle spesse, bianche, nel fungo adulto pagliarine, verso il gambo sinuato-aderenti (smarginate), talvolta coperte da gocciole resinose giallognole; gambo solido, verso la base attenuato-radicato, sopra l’anello bianco e come cruscoso, sotto l’anello a squame circolari scure, simili a quelle del cappello; carne bianca, compatta, di odore grato di frutta e di sapore dolce-amaro; basidii cilindraceo-subclavati, 40-45 × 6-8 μ; spore bianche, ovato-sferiche, con goccia oleosa, 6 × 5 μ.

Nasce a preferenza nelle selve di Abete bianco (Avez), per lo più solitario.

È poco conosciuto e perciò non ha da noi un nome volgare. Nel Litorale mediterraneo, dove è più frequente, viene raccolto assieme all’Agarico robusto, col quale è confuso e perciò chiamato col medesimo nome di Caussetta. E mangereccio ed ha le medesime proprietà e il medesimo gusto dell’Ag. robusto.

Spiegazione delle figure: a Due individui nel primo sviluppo, b Individuo sviluppato, c Individuo sezionato, d Basidii. e Spore.

Armillaria aurantia Schaeff. — Tav. XVIII.

Ital. Agarico ranciato.

Ha cappello convesso, poi spianato con leggero umbone, viscoso a tempo umido, colore ranciato-fulvo o ocraceo-fulvo, tutto coperto da piccole squame concolori; lamelle spesse, bianche, poi a macchie ferruginee o fulve, al gambo sinuate ed attaccate sullo stesso ad uncino; gambo solido, talora però nel fungo adulto diventante cavo, sopra l’anello bianco è cruscoso, sotto coperto da squamette identiche a quelle del cappello; anello incompleto, squamiforme e non già membranaceo come nell’Armillaria robusta e calzata; carne bianca con tinta quadrello ai lati, di odore forte d’olio rancido o di cimice e di sapore dolcigno; basidii clavati, 25-28 V 4-5 μ. Spore subglobose, 5-6 × 4-5 μ.

Nasce a preferenza nelle selve di Abete bianco per lo più in grandi truppe. Osservato superficialmente è facile confonderlo coll’Armillaria robusta, dalla quale però si distingue specialmente per l’odore nauseante, per la viscosità, per le squame e per l’anello