Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano I.djvu/372

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dell'impero romano cap. ix. 335

stica, qualora esortava i suoi concittadini a sostenere l’onore della nazione, o ad abbracciare un’impresa piena di pericolo e di gloria, un alto strepito di scudi e di lance esprimeva l’ardente applauso dell’assemblea. I Germani, di fatto, si radunavano armati; ed era sempre da temersi, che una sfrenata moltitudine, infiammata dalla fazione e dai forti liquori, non si servisse di quelle armi per dichiarare o per avvalorare le sue furiose risoluzioni. Ricordiamoci quanto spesso le Diete della Polonia sono stato macchiate di sangue, ed il partito più numeroso è stato costretto a cedere al più violento e sedizioso1.

Si eleggeva un Generale della tribù all’occasione d’un pericolo; e se questo era pressante ed esteso, diverse tribù concorrevano nella scolta del medesimo Generale. Il guerriero più prode era nominato a guidare nel campo i suoi concittadini più coll’esempio, che col comando. Ma questo potere, benchè ristretto, era sempre invidiato. Finiva con la guerra; e in tempo di pace le germane tribù non riconoscevano alcun Capo supremo2. Si creavano però nella generale assemblea alcuni Principi, per amministrar la giustizia, o piuttosto per comporre le liti3 nei loro rispettivi distretti. Nella scelta di questi magistrati si aveva riguardo alla nascita come al merito4. Il Pubblico dava a ciascuno di essi una guardia e un Consiglio di cento persone; e sembra che il primo di questi Principi go-

  1. Nel nostro antico Parlamento ancora, i baroni sovente decidevano una questione non tanto col numero dei voti, quanto con quello dei loro seguaci.
  2. Caesar, de Bell. Gall. VI. 23.
  3. Minuunt controversias, è una espressione di Cesare.
  4. Reges ex nobilitate, duces ex virtute sumunt. Tacit. German. 7.