Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano I.djvu/414

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dell'impero romano cap. x. 377

lità di lor Generale, avrebbe in poco tempo assicurata la gloria di Roma, e, liberato l’Impero da tutti i Barbari del Settentrione, e dell’Oriente1, Fu la costui superbia adulata dagli applausi del Senato; ed esistono tuttora medaglie che lo rappresentano col nome e cogli attributi di Ercole Vittorioso, e di Marte Vendicatore2.

[A. D. 153] Se il nuovo Monarca avea le qualità necessarie per soddisfare a queste illustri promesse, gli mancò però il tempo a farlo. Non passarono quattro mesi dalla vittoria alla caduta3. Egli aveva vinto Gallo, ma cedè sotto il peso di un più formidabile competitore. Quell’infelice Principe avea mandato Valeriano, già distinto coll’onorevol titolo di Censore, per condurre in suo aiuto le legioni della Gallia, e della Germania4. Eseguì Valeriano la commissione con zelo e fedeltà; ed essendo giunto troppo tardi per salvare il suo Sovrano, deliberò vendicarlo. Le truppe di Emiliano, che stavano ancora accampate nelle pianure di Spoleto, furono intimorite dalla santità del suo carattere, ma molto più dalla forza superiore dell’esercito; e divenute ormai incapaci di una personale affezione, come sempre lo erano state di una massima costituzionale, s’imbrattarono subitamente le mani nel sangue di un Principe, che poc’anzi era stato oggetto della loro parziale elezione. [A. D. 253] Essi commisero il delitto, ma Valeriano solo ne colse il frutto. Egli ottenne il possesso

  1. Zonara, l. XII. 628.
  2. Banduri Numismata p. 94.
  3. Eutropio, l. IX c. 6 dice tertio mense. Eusebio omette questo Imperatore.
  4. Zosimo (l. I. 28) Eutropio e Vittore, pongono l’esercito di Valeriano nella Rezia.