Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano I.djvu/416

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dell'impero romano cap. x. 379

devano un Generale non meno che un principe; e la sperienza del romano Censore avrebbe dovuto guidarlo nel conferire la porpora imperiale a chi la meritasse, qual ricompensa di guerriera virtù. [A. D. 268] Ma in cambio di fare una giudiziosa scelta, che avrebbe assodato il suo regno e fatto amare la sua memoria, Valeriano, non consultando che i dettami dell’affetto o della vanità, immediatamente investì de’ supremi onori il suo figliuolo Gallieno, giovane i cui effeminati vizj erano fino allora rimasti ascosi dall’oscurità di una condizione privata. Il governo congiunto del padre e del figlio durò circa sette anni, e l’amministrazione sola di Gallieno ne continuò circa otto altri. Ma tutto quel periodo di tempo fu una serie non interrotta di confusione, e di calamità. Siccome l’Impero romano, nel tempo stesso e per ogni parte, venne assalito dal cieco furor di stranieri invasori, e dalla feroce ambizione di usurpatori domestici, così noi serviremo all’ordine e alla chiarezza, seguitando non tanto l’incerta serie delle date, quanto la più naturale distribuzione delle materie. I più pericolosi nemici di Roma durante il Regno di Valeriano e Gallieno furono 1. i Franchi 2. gli Alemanni 3. i Goti 4. i Persiani. Sotto queste generali denominazioni si possono comprendere le avventure delle meno considerabili tribù, i cui oscuri e barbari nomi servirebbero solamente ad opprimere la memoria, e a confondere l’attenzione del leggitore.

I. La posterità dei Franchi compone una delle più grandi ed illuminate nazioni dell’Europa; laonde le forze dell’erudizione e dell’ingegno si sono esaurite nella ricerca dei loro inculti antenati. Alle novelle della credulità, sono successi i sistemi della fantasia. È stato esaminato ogni passo, e veduto ogni luogo,