Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano I.djvu/436

Da Wikisource.

dell'impero romano cap. x. 399

luogo aveva scelto a rappresentarvi i divini figliuoli di Latona, il nascondimento di Apollo dopo la strage dei Ciclopi, e la clemenza di Bacco verso le vinte Amazzoni1. La lunghezza per altro del Tempio di Efeso era solamente di quattrocentoventicinque piedi; quasi due terzi di quella, che ha la Chiesa di S. Pietro in Roma2. Nelle altre dimensioni era ancor più inferiore a questa sublime produzione della moderna architettura. Le distese braccia di una Croce Cristiana richiedono un’ampiezza assai maggiore dei bislunghi Tempj dei Pagani; e i più arditi artisti dell’antichità stati sarieno atterriti dalla proposizione d’innalzare in aria una cupola della grandezza e delle proporzioni del Panteon. Era per altro il Tempio di Diana riguardato come una delle maraviglie del Mondo. Ne aveano i successivi Imperj dei Persiani, dei Macedoni e dei Romani venerata la santità, ed arricchito lo splendore3. Ma i barbari selvaggi del Baltico, privi di gusto per le belle arti, disprezzavano gl’ideali terrori di una straniera superstizione4.

Si riferisce un’altra circostanza di queste invasioni, che potrebbe meritare la nostra attenzione, se non si

  1. Strabone l. XIV, p, 640. Vitruvio l. I c. 36, prefazione, e L. VII. Tacito Annal. III, 61. Plinio Stor. Nat. XXXVI, 14.
  2. La lunghezza di S. Pietro di Roma è di 840. palmi romani; questo palmo è di 8 pollici e 3 linee. Vedi le Miscellanee di Greave vol. I p. 233 sopra il piede romano.
  3. La politica de’ Romani gl’impegnava a restringere i limiti dell’asilo, che differenti privilegi avevano successivamente estesi sino a due stadj intorno al tempio. Strabone l. XIV, p. 641. Tacito Ann. III, 60 ec.
  4. Non offerivano essi alcun sacrifizio agli Dei della Grecia. Vedi Lettere di San Gregorio Taumaturgo.