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72 storia della decadenza

la vanità dei Senatori, ne deve in secreto aver disprezzata l’indolenza e la debolezza. Benchè potessero ad ogni momento abolire il disonorevole editto di Gallieno, i superbi successori degli Scipioni pazientemente soffrirono di essere esclusi da tutti gl’impieghi militari. Conobbero ben presto, che chi ricusa la spada, deve ancora rinunziare allo scettro.

[A. D. 277] La forza di Aureliano avea per ogni parte oppressi i nemici di Roma. Parve che dopo la morte di lui risuscitassero più fieri e più numerosi. Furono essi vinti di nuovo dalla vigorosa attività di Probo, che nel corto regno di quasi sei anni1 agguagliò la fama degli antichi Eroi, e ristabilì la pace e l’ordine in ogni Provincia del Mondo Romano. Così saldamente assicurò la pericolosa frontiera della Rezia, che la lasciò senza il sospetto neppur di un nemico. Egli abbattè l’erranti forze delle Tribù de’ Sarmati, e col terror delle armi sue costrinse que’ Barbari a desistere dalle rapine. Chiesero ardentemente i Goti l’alleanza di un Imperatore così bellicoso2. Egli assalì gl’Isaurici nelle loro montagne, assediò e prese vari de’ loro più forti castelli3, e si lusingò di aver soggiogato per sempre un domestico nemico, la cui indipendenza portava così profonde ferite alla maestà dell’Impero. I torbidi, eccitati nel superiore Egitto dell’usurpator Fermo, non eran mai stati

  1. La data e la durata del Regno di Probo sono esattamente fissate dal Cardinal Noris nella sua dotta opera, De Epochis Siro-Macedonum, p. 96, 105. Un passo di Eusebio congiunge il secondo anno di Probo con le Ere di diverse città della Siria.
  2. Vopisco nella Stor. Aug. p. 239.
  3. Zosimo (l. I, p. 62-65) racconta una lunghissima e frivolissima istoria di Licio, masnadiere Isaurico.