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316 storia della decadenza


Si nutriva il più forte pregiudizio contro il carattere d’un apostata, nemico e successore d’un Principe, che s’era conciliato l’affetto di una Setta assai numerosa; e la traslazione di S. Babila eccitò un implacabile odio contro la persona di Giuliano. I sudditi di lui si lagnavano con superstiziosa indignazione, che la carestia avea seguitato i passi dell’Imperatore da Costantinopoli ad Antiochia; e fu esacerbata la malcontentezza d’un affamato popolo dall’imprudente sforzo di sollevarne le angustie. L’inclemenza della stagione avea danneggiato le raccolte della Siria, e ne’ mercati d’Antiochia il prezzo del pane1 era naturalmente cresciuto in proporzione della scarsezza del grano. Ma la giusta e ragionevole proporzione fu tosto violata da’ rapaci artifizi del monopolio. In questa disugual contesa, in cui da una parte il prodotto della terra si pretende che sia nel proprio esclusivo dominio, da un altra si riguarda come un oggetto lucra-

    l’ediz. in quarto Parig. 1701 ec., della quale io mi servirò da qui avanti nelle citazioni.

  1. Giuliano stabilisce tre diverse proporzioni di cinque, di dieci, o di quindici modj di frumento per una moneta d’oro secondo i gradi d’abbondanza, o di scarsità (in Misopogon p. 369). Da questo fatto e da altri esempi del medesimo tempo rilevo, che sotto i successori di Costantino il prezzo moderato del grano era di circa trentadue scellini il sacco Inglese, che è uguale al prezzo medio de’ primi sessantaquattro anni del presente secolo (il secolo 18). Vedi Arbuthnot Tavola di monete, pesi e misure' p. 88, 89. Plin. Hist. Nat. XVIII. 12. Mem. de l’Acad. des Inscript. Tom. XXVIII. p. 718, 721. Smith. Ricerca su la natura e le cause della ricchezza delle Nazioni vol. I. p. 246. Io mi fo pregio di citar quest’ultima come l’opera d’un dotto e d’un amico.