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piccola distanza sotto la gran città. Se avessero seguitato quel real canale che si chiamava Nahar-Malcha1, l’intermedia situazione di Coche avrebbe separato la flotta e l’esercito di Giuliano; e la temeraria impresa di dirigersi contro la corrente del Tigri, e di forzare il passo in mezzo alla capitale nemica avrebbe dovuto produrre la total distruzione della flotta Romana. La prudenza dell’Imperatore previde il pericolo, e vi pose rimedio. Siccome aveva egli minutamente studiato le operazioni fatte da Traiano nell’istesso luogo, tosto si rammentò che il guerriero suo predecessore aveva scavato un nuovo e navigabil canale, che, lasciando Coche a diritta, portava le acque del Nahar-Malcha nel fiume Tigri a qualche distanza sopra la città. Presa informazione dai contadini, Giuliano ritrovò i vestigi di quell’opera antica, ch’erano quasi cancellati o a bella posta o per accidente. L’instancabil lavoro dei soldati prestamente scavò un largo e profondo canale per ricever l’Eufrate. Fu costrutto un forte argine per interromper l’ordinario corso del Nahar-Malcha; corse impetuosamente nel nuovo letto un diluvio di acque; e la flotta Romana dirigendo il trionfante suo corso nel Tigri deluse le vane ed inefficaci barricate, che avevano eretto i Persiani di Ctesifonte per opporsi al loro passaggio.

Siccome bisognava trasportar l’esercito Romano di là dal Tigri, si rendea necessario un altro lavoro di

  1. Il real canale Nahar-Malcha potè in diversi tempi esser restaurato, alterato, diviso ec. (Cellario Geogr. ant. T. II. p. 453.); e questi cangiamenti servir possono a spiegare le apparenti contraddizioni dell’antichità. Al tempo di Giuliano dovea cader nell’Eufrate sotto Ctesifonte.