Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IV.djvu/393

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dell'impero romano cap. xxiv. 389

vigliosa liberazion della Chiesa. I Cristiani applaudivano, con alti ed ambigui cantici, al colpo della divina vendetta ch’era stata sì lungo tempo sospesa sopra il reo capo di Giuliano. Assicuravano che nell’istante in cui Giuliano spirò di là dal Tigri, era stata rivelata la morte del tiranno a’ Santi dell’Egitto, della Siria e della Cappadocia1; ed invece di accordare che fosse perito per mezzo de’ dardi Persiani, la loro indiscretezza attribuiva l’eroico fatto all’oscura mano di qualche mortale o immortale campion della fede2. Tali imprudenti dichiarazioni furono ardentemente adottate dalla malizia o dalla credulità de’ loro avversarj3, che oscuramente insinuavano, o con sicurezza asserivano, che i Moderatori della Chiesa avevano instigato e diretto il fanatismo di un assassino dome-

  1. Tillemont (Hist. des Emper. Tom. IV p. 549) ha raccolto queste visioni. Fu osservato, che qualche santo o angelo era assente nella notte per una segreta spedizione ec.
  2. Sozomeno (l. VI. 2) fa applauso alla dottrina Greca del tirannicidio; ma tutto quel passo, che un Gesuita volentieri avrebbe tradotto, è prudentemente soppresso dal Presidente Cousin.
  3. Subito dopo la morte di Giuliano, si sparse un incerto romore, ch’egli telo cecidisse Romano. Alcuni disertori lo portarono fino al campo Persiano; ed i Romani furon tacciati come assassini dell’Imperatore da Sapore e da’ suoi sudditi (Ammiano XXV. 6. Liban. de ulcisc. Julian. nece c. XIII. p. 162, 163). Adducevasi come una decisiva prova, che nissun Persiano erasi presentato per chiedere il promesso premio (Liban. Orat. parent. c. 141. p. 363). Ma il cavaliere che scagliò fuggendo il fatal giavellotto, potè ignorar l’effetto di esso, o nella medesima azione restare ucciso. Ammiano non ne dà indizio, nè ispira sospetto veruno.