Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/256

Da Wikisource.
250 storia della decadenza


sero le Immagini, dagli uomini rozzi, considerate per la loro rassomiglianza come Idoli del politeismo, e per l’altra esse servirono a propagare la memoria di Cristo, di Maria, e de’ Santi, e ad animare coll’esempio i Fedeli. Si estese molto cotal culto nelle Chiese Orientali, ed Occidentali, ma molti fra i Vescovi, preti e secolari, non n’erano persuasi, attenendosi all’antica massima, e consuetudine. Le cose erano in questo stato quando l’Imperatore Leone Isaurico l’anno 726 (imitando il suo predecessore Filippico, cui aveva resistito il Papa Costantino che lo aveva nel suo Concilio di Roma dichiarato apostata) si mosse con rigorosi editti, e con maggior forza contro il culto delle Immagini; ei lo considerava a torto come un’idolatria, e credeva purificare la religione. Mandò i suoi uffiziali, e soldati nelle Chiese di Costantinopoli, e della Grecia, e indi anche in Italia a toglier via le Immagini. Il Papa Gregorio II scrisse all’Imperatore spiegandogli il senso del culto delle Immagini, e giustificandolo: Et dicis nos parietes et lapides, et tabellas adorare: non ita est ut dicis Imperator; sed ut memoria nostra excitetur et ut stolida, imperita, crassaque mens nostra erigatur, et in altum provehatur per eos, quorum haec nomina et quorum appellationes, et quorum eae sunt imagines, et non tanquam Deos, ut tu dicis, absit. Gregorii II Epist. in Collect. magna Conc. Labbe. Gregorio disse dunque a Leone che non intendeva che i credenti venerassero o adorassero quelle Immagini per se stesse, ma come degne di culto a cagione delle cose rappresentate, onde la debole mente umana sia per mezzo di cotali rappresentazioni aiutata ad innalzarsi all’intuizioni degli archetipi, che non cadevano più sotto i sensi. Nella stessa lettera poi gli racconta le sollevazioni ch’egli si era procacciate col togliere la Immagini al culto del popolo. Leone convocò un Concilio di Vescovi da dirsi Conciliabolo, che decretò contro il culto delle Immagini, e depose S. Germano Patriarca, che n’era sostenitore, e pose in suo luogo Anastasio. Gregorio III sostenne pure con zelo il culto delle Immagini: ovunque vi furono sollevazioni, incendi, e massacri per la formazione di due par-