Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano IX.djvu/257

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dell'impero romano cap xlviii. 251

titi, opposti e ferocissimi. Costantino Copronimo figlio di Leone Isaurico fu più fiero del padre; convocò un altro Concilio da dirsi pure Conciliabolo, l’anno 754, ove fu condannato il culto delle Immagini. L’Imperatrice Irene vedova di Leone IV nella minorità del figlio Costantino, di consenso del Papa Adriano I, convocò il Concilio generale VII, di Nicea II l’anno 787; (Divalis sacra directa a Costantino et Irene augustis ad Sanctissimum Hadrianum Papam senioris Rome etc. Labbe T. 8. p. 645); in esso fu spiegato, e ristabilito il culto delle Immagini, e molti Vescovi iconoclasti, vale a dire avversi al culto delle Immagini, e che lo avevano condannato negli anzidetti Concilii, si ritrattarono, furono ammessi alla loro sedi, e fu condannato tutto ciò ch’era stato decretato, e fatto nei due anteriori Concilii. Ma tuttavia il partito Iconoclasta continuò a mantenersi forte specialmente in Germania, in Francia, in Inghilterra; i Vescovi per altro di queste province sembravano tener il mezzo fra questi due partiti. Carlomagno che inclinava all’Iconoclastia fece comporre quattro libri contro il culto della Immagini, e li mandò al Papa Adriano, che vi rispose vigorosamente sostenendo il Concilio generale di Nicea II; ad onta di ciò Carlomagno convocò un Concilio nazionale di trecento Vescovi a Francfort l’anno 794, il quale sosteneva la dottrina dei quattro libri, e condannò il culto delle Immagini. Finalmente il greco prete Teofane ci narra gli Atti del Concilio di Costantinopoli nell’anno 842: Postquam defuncto Teophilo Imperium ad ejus uxorem Thedoram, et filium eorum Michaelem, admodum adolescentem, deletum esset, in pietatis studium curamque maxime incubuit foemina veri Dei munere (ut nomen eius indica) data etc. (Labbe Sac. Conc. Magna Collect.) Adunò Teodora nel suo palazzo un numeroso Concilio di Vescovi, di Monaci e di Grandi; vi fu approvato il Concilio generale VII, di Nicea II, già convocato da Irene, che aveva ristabilito il culto delle Immagini; fu cacciato dalla sede Giovanni Patriarca di Costantinopoli Iconoclasta, ed eletto Metodio stato sostenitore delle Immagini: e di Giovanni sbalordito,