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208 storia della decadenza

divisi da uno spirito di gelosia e di discordia. La morte di esso, che fu attribuita alla sua propria disperazione, lasciò le redini del governo in mano a Vitimero, il quale col dubbioso aiuto di alcuni mercenari Sciti, mantenne la disugual contesa fra le armi degli Unni e degli Alani, finattanto che fu egli disfatto ed ucciso in una decisiva battaglia. Gli Ostrogoti si sottomisero al loro destino; e da ora in poi troverassi la regia stirpe degli Amali fra’ sudditi del superbo Attila. Ma la persona del fanciullo Re Viterico fu salvata dalla diligenza di Alateo e di Safrace, due guerrieri di sperimentata bravura e fedeltà, che per mezzo di caute marce condussero gl’indipendenti residui della nazione degli Ostrogoti verso il Danasto o il Niester, fiume considerabile, che ora separa gli stati Turchi dall’Impero della Russia. Il prudente Atanarico, più attento alla propria che alla generale salvezza, aveva stabilito il campo dei Visigoti sulle rive del Niester, con la ferma risoluzione d’opporsi ai vittoriosi Barbari, che stimò imprudenza di provocare. L’ordinaria velocità degli Unni era impedita dal peso del bagaglio e dall’impaccio degli schiavi; ma la loro perizia militare ingannò, e quasi distrusse l’armata d’Atanarico. Mentre il Giudice dei Visigoti difendeva le rive del Niester, fu circondato da un numeroso distaccamento di cavalleria, che al lume della luna aveva passato a guado il fiume; e d’uopo gli furono estremi sforzi di coraggio e di condotta per effettuar la sua ritirata verso la montagna. L’indomito Generale aveva già formato un nuovo e giudizioso piano di guerra difensiva; e le forti linee, che si preparava a tirare fra i monti, il Pruth, ed il Danubio, avrebbero assicurato l’este-