Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/268

Da Wikisource.
262

idee bastevolmente pure sul culto dei Martiri, e delle Reliquie da distinguersi di lunga mano dal volgo pagano relativamente ai suoi falsi Numi, lo nego costantemente, e i Sigg. Beausobre, e Gibbon infinitamente s’ingannano pensando altrimenti. E che hanno che fare pochi oziosi Filosofi rammentati dal primo, senza autorità, senza missione, senza popoli subordinati, e per patria, e per età tra lor rimotissimi con un numero prodigioso di Dottori, e di Vescovi1 quasi tutti contemporanei, inteso unicamente ad istruire i lor popoli, obbligati sovente2 a render conto della loro dottrina, e condotta al Sinodo della Provincia, ed uniti col mondo tutto per mezzo delle lettere di Comunione3. Come non veder che Agostino non parla di se medesimo, ma del corpo intero dei sacri Pastori, venendo alle strette coll’avversario, ed interrogandolo quis enim Antistitum aliquando dixit, offerimus tibi, Petre? e che egli nei sermoni pubblici informava bene il suo gregge della sana dottrina4, dicendo; quando autem audisti dici apud me-

  1. Non è una esagerazione: Vedi il Petav., de Incarn. Lib. XIV. c. 10, il Bellarm., de Reliq. etc., ed il Catech. di M. Berger, etc.
  2. Can. 5. Syn. Nic. I. Can. 20, Conc. Antioch. a. 341. Can. 19. Conc. Calcedon. secundum Regulas Petrum bis in anno in unum convenire Episcopos, ubi singula, quae emerserint, corrigantur. Vedi il Decr. di Graziano alla Dist. 18. S. Leone Ep. 16 c. 7. inculca questa regola pro custodia concordissimae unitatis„.
  3. Optat. Lib. 2. cont. Parmeo. Cum quo Damaso Pontefice nobis totus orbis commercio formatarum in una communionis societate concordat. S. Aug. Ep. 163 V. Ed. ad Eleus. V. Cabas. Diss. 7. Notit. Concil.
  4. Serm. 101. de Divers. C. 7. Ed. Plantin. T. X. p. 572.