Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VI.djvu/270

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proverbio; ed intanto i Sigg. Gibbon, Beausobre, Daillé ec. vogliono ravvisare questo stesso carattere nella dottrina e nella pratica della Chiesa. Vediamo adunque per chi si dee preparare l’imbarco. Si conviene, che nei primi secoli, si avesse un rispetto grandissimo per i martiri ancor viventi. Oltre le indulgenze accordate dai Vescovi alle loro preghiere, baciavansi con riverenza all’entrar nelle carceri le lor catene1. Se il bacio, senza riguardo allo spirito di chi lo dà, ed all’oggetto di sua natura „étoit le plus haut degré de l’adoration, et la plus profonde humiliation, où une creation raisonnable pût descendre„2, ecco l’idolatria delle stesse catene de’ martiri portata all’eccesso senza rimprovero, ed antichissima. Si conviene altresì, che gli Smirnesi, nel 2. secolo, nel protestar di adorare il solo Gesù Cristo, soggiunsero martyres vero tamquam discipulos et imitatores Domini merita amore prosequimur: si conviene altresì che eglino altamente si dolessero perchè il demonio invidioso gli avesse tolto il cadavere di S. Policarpo3: che l’ossa avanzate alle fiamme fosser da essi stimate gemmis pretiosissimis cariora, e collocate dov’esigea la decenza: e duopo è convenire, che già celebravasi il giorno natalizio, o sia del martirio dei Santi cum hilaritate, et gaudio4 per due motivi, cioè tum in MEMORIAM

  1. Vedi Ruinart nella Pref. generale in act. Mart. e Mamachi Orig. et Antiq. Christ. T. l. 1. 1. § 27.
  2. Beausob. l. c. pag. 663.
  3. Euseb. H. E. L. 4. C. 15.
  4. Un segno di gioja, lasciando da parte la mistica, erano i lumi, adoprati ne’ primi tre secoli per necessità, e quindi per ceremonia. Tanto è contraria la Chiesa alle novità. Vedi de Vert. T. 2. p. 18, Pref. e la Lettera a Jurieu. Quale in-