Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/249

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dell'impero romano cap. xxxix. 243

redini del Governo Giustiniano di lui nipote, che già meditava l’estirpazione dell’eresia, e la conquista dell’Italia e dell’Affrica. Una rigida legge, che fu promulgata in Costantinopoli, ad oggetto di ridurre gli Arriani, col timor della pena, in grembo alla Chiesa, risvegliò il giusto risentimento di Teodorico, il quale domandò per gli angustiati suoi fratelli d’Oriente quella medesima indulgenza, ch’egli aveva da tanto tempo concessa a’ Cattolici de’ suoi dominj. Un severo di lui comando fece imbarcare il Pontefice Romano con quattro illustri Senatori per un’Ambasceria di cui doveva questi temere ugualmente il buono che il cattivo successo. La singolar venerazione dimostrata al primo Papa che visitò Costantinopoli, fu punita come un delitto dal geloso di lui Monarca; l’artificioso o perentorio rifiuto della Corte Bizantina potè scusare un ugual contegno, e provocarne uno anche più duro; e si preparò in Italia un ordine di proibire, dopo un dato giorno l’esercizio del Culto Cattolico. La bacchettoneria de’ propri sudditi, e de’ suoi nemici trasse il più tollerante de’ Principi sull’orlo della persecuzione; e la vita di Teodorico fu troppo lunga quando arrivò a condannar la virtù di Boezio, e di Simmaco1.

  1. Ho procurato di trarre una ragionevole narrazione dagli oscuri, brevi ed incerti cenni dal frammento Valesiano (p. 722, 723, 724), di Teofane (p. 245), d’Anastasio (in Joanne p. 35) e dell’Istoria miscella (p. 103 Edit. Muratori). Una tenue compressione e parafrasi delle loro parole non è una violenza. Vedasi anche il Muratori (Annali di Italia. Tom. IV p, 471, 478) con gli Annali, ed il Compendio (Tom. I 259, 263) de’ due Pagi, Zio e Nipote.