Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VII.djvu/250

Da Wikisource.
244 storia della decadenza


Il Senatore Boezio1 è l’ultimo dei Romani, che Catone o Tullio avrebber riconosciuto per loro concittadino. Essendo un ricco orfano, ereditò il patrimonio, e gli onori della Famiglia Anicia: nome ambiziosamente preso da’ Re e dagl’Imperatori di quel tempo, ed il nome di Manlio mostrava la sua genuina o favolosa discendenza da una stirpe di Consoli e Dittatori, che aveano rispinti i Galli dal Campidoglio, e sacrificato i loro figli alla disciplina della Repubblica. Nella gioventù di Boezio non erano del tutto abbandonati gli studj di Roma; tuttavia esiste un Virgilio2 corretto della mano di un Console; e la liberalità de’ Goti manteneva i Professori di Gramatica, di Rettorica, e di Giurisprudenza ne’ loro privilegi e stipendi. Ma la scienza, che potea trarre dalla Lingua latina, non era sufficiente a saziare l’ardente sua curiosità; e si dice, che Boezio impiegasse diciotto anni affaticandosi nelle scuole di Atene3, ch’erano sostenute dallo zelo, dalla dottrina e

  1. Le Clerc ha fatto una vita critica e filosofica di Anicio Manlio Severino Boezio (Bibl. Chois. Tom. XVI p. 168, 275) e posson consultarsi con vantaggio tanto il Tiraboschi (Tom. III), quanto il Fabricio (Bibliot. Latin.). Si può fissare la data della sua nascita verso l’anno 470, e la sua morte nel 524 in una età non molto avanzata (Consol. Phil. Metrica I p. 5).
  2. Intorno all’età ed al valore di questo manoscritto, che ora è nella Libreria Medicea di Firenze, Vedi Cenotaphia Pisana (p. 430, 447) del Card. Noris.
  3. Gli studj di Boezio in Atene son dubbiosi (Baronio an. 510 n. 3 che cita un Trattato spurio De Disciplina scholarum), e senza dubbio il termine di diciotto anni è troppo lungo: ma il puro fatto d’una visita, ch’ei fece ad Atene, si giustifica da più prove, tratte da lui medesimo (Bruker