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308 storia della decadenza

sistema di contribuzioni, che cadde come una tempestosa grandine sulle terre, come una divorante peste sugli abitanti di quelle: ma noi saremmo complici della sua malizia, se imputassimo al solo Giustiniano l’antica, sebben rigida massima, che tutto un distretto dovesse condannarsi a supplire alle particolari mancanze delle persone o de’ Beni degl’individui. L’Annona, o la somministrazione del grano per l’uso dell’armata e della Capitale, era una gravosa ed arbitraria esazione ch’eccedeva, forse del decuplo, la capacità del Possessore, e se ne aggravava la miseria dalla particolare ingiustizia de’ pesi e delle misure, e dalle spese e fatiche d’un lontano trasporto. In tempo di carestia si fece una richiesta straordinaria alle contigue Province di Tracia, di Bitinia e di Frigia: ma i proprietari, dopo un laborioso viaggio ed una pericolosa navigazione, furono sì malamente ricompensati, che avrebbero piuttosto voluto rilasciare il grano insieme col prezzo alle porte de loro granai. Tali precauzioni potrebbero forse indicare una tenera sollecitudine per il bene della Capitale; eppure Costantinopoli non era esente dal rapace despotismo di Giustiniano. Fino al suo Regno gli Stretti del Bosforo e dell’Ellesponto furono aperti alla libertà del commercio, e non era proibito altro che l’estrazione delle armi per uso de’ Barbari. A ciascheduna di queste porte della Città fu posto un Pretore, ministro dell’avarizia Imperiale; si imposero de’ gravi dazi sulle navi e sulle lor mercanzie; e l’oppressione andò a cadere sul misero consumatore: il povero era afflitto dall’artificial carestia e

    di lui discepolo, ch’era nella Libreria Vaticana, e poi fu pubblicata dal Cotelerio.