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sto dipinto porgono una testimonianza onorevole che l’arte del pingere era coltivata dagl’Italiani del sesto secolo; ma possiamo formarci il più meschino concetto del gusto e della dottrina loro, in veggendo che l’epistole di S. Gregorio, i suoi sermoni ed i suoi dialoghi sono l’opera di un uomo che in erudizione non era secondo ad alcuno de’ suoi contemporaneinota. La sua nascita e la sua abilità lo avevano innalzato al posto di prefetto della città, ed egli godè il merito di rinunziare alle pompe ed alle vanità del mondo. L’ampio suo patrimonio fu dedicato a fondare sette monasterinota, uno in Romanota, e sei in Sicilia; e l’unico 1 2 3

    veduto (l. IV c. 83, 84); ed Angelo Rocca antiquario romano ha illustrato la sua descrizione (San Gregorio, Opere, t. IV p. 312-326). Quest’autore (p. 321-323) asserisce che in alcune antiche Chiese di Roma si conservano mosaici dei Papi del settimo secolo. Le mura che per lo passato rappresentavano la famiglia di San Gregorio, offrono ora il martirio di S. Andrea, ove il genio del Dominichino ha gareggiato col genio del Guido.

  1. Disciplinis vero liberalibus, hoc est grammatica, rethorica, dialectica, ita a puero est institutus, ut quamvis eo tempore florerent adhuc Romae studia litterarum, tamen nulli in urbe ipsa secundus putaretur (Paolo Diacono, in vita. S. Gregor. c. 2).
  2. I Benedettini (in vit. sanct. Greg. l. I p. 205-208) fanno tutti gli sforzi onde provare che S. Gregorio pei proprj Monasteri adottò la regola del loro Ordine; ma da che confessano avere il fatto qualche dubbiezza, è evidente che la pretensione di questi potenti Monaci è totalmente falsa. Vedi Butler, Lives of the Saints, vol. III p. 145, opera di merito: il buon senso ed il sapere sono dell’Autore, ed i pregiudizj che vi si incontrano appartengono alla sua professione.
  3. Monasterium Gregorianum in eiusdem beati Gregorii,