Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano VIII.djvu/69

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dell'impero romano cap. xlii. 65

un disegno di conquista, che fu rinnovato, in capo a mille anni dal Shà Abbas, il più saggio ed il più potente de’ suoi successori1. Accesa era l’ambizion di Cosroe dalla speranza di tenere una flotta persiana alla foce del Fasi, di dominare il traffico e la navigazione dell’Eussino, di dare il guasto alla costa del Ponto e della Bitinia, di tribolare, e forse di attaccare Costantinopoli, e di trarre i Barbari dall’Europa a secondare le sue armi ed i suoi consiglj contro il comune avversario del genere umano. Col pretesto di una guerra scitica, tacitamente egli mandò le sue truppe alle frontiere dell’Iberia: stavano in pronto alcune guide Colchiche per condurle in mezzo alle selve e lungo i precipizj del Monte Caucaso: e, di un angusto sentiero, si fece, a forza di fatica, una sicura e spaziosa strada pel passaggio dei cavalli ed anche degli elefanti. Gubaze pose se stesso ed il suo diadema ai piedi del re di Persia, i suoi Colleghi imitarono la sommissione del Principe loro, e la guarnigione romana di Petra, vedendone scosse le mura, si sottrasse mercè di una capitolazione, al sovrastante furore di un ultimo assalto. Ma i Lazi ben presto scoprirono che l’impazienza gli avea tratti a scegliere un male più intollerabile che le calamità da cui cercavano di fuggire. Tolto fu in vero il monopolio del sale e del grano, ma mediante la perdita di queste preziose derrate. All’autorità di un legislatore romano succedette l’or-

  1. Vedi le piacevoli lettere di Pietro della Valle, viaggiatore romano (Viaggi, t. 2 p. 207, 209, 213, 215, 266, 286, 300, t. III p. 54, 127). Negli anni 1618, 1619 e 1620, egli conversò con Shà Abbas e vivamente incoraggiò un disegno che avrebbe unito la Persia e l’Europa contro il Turco, loro comune inimico.