Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano X.djvu/421

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dell'impero romano cap. liii. 415

loro contemporanei delle lezioni e degli avvisi dei tempi passati. Il sovrano dell’oriente discese in tal guisa dall’augusto carattere di legislatore al modesto ufficio di professore, o di copista; e se non rendettero i suoi successori o i suoi sudditi il debito onore alle sue cure paterne, almeno i posteri ne han ricevuta la durevole eredità.

Veramente, con un esame più severo sviene di molto il valore del donativo e la gratitudine della posterità; nè il possesso di questo imperiale tesoro ci toglie il dispiacere della nostra povertà ed ignoranza in quell’epoca della storia, e colla indifferenza o col disprezzo rimane insensibilmente cancellato l’onor degli autori. I Basilici non sono che frammenti, e una versione greca parziale e mutilata delle leggi di Giustiniano. Ma sovente la sapienza degli antichi giureconsulti si vede alterata da una rigida devozione, e tiranneggiata la libertà del commercio e la felicità della vita privata dalla proibizione assoluta del divorzio, del concubinato e del prestio fruttifero. Poteva un suddito di Costantino ammirare in quella compilazione istorica le inimitabili virtù della Grecia e di Roma; poteva scorgere a qual segno di energia e d’elevazione era già pervenuto l’uomo; ma tutto altro effetto dovette provenire da una nuova edizione della vita dei Santi che il gran Logoteta, ossia cancellier dell’impero, ebbe ordine di preparare; e Simone il Metafraste1 arricchì ed

  1. Ankio (De scriptorib. Bizant. pag. 418-460), dà il sommario della vita e la lista delle opere di Metafraste. Questo Biografo dei Santi si compiaceva nel parafrasare i sensi o le assurdità degli Atti antichi; essendo stato una seconda volta