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stantino Copronimo era considerato colpevole; questo principe, nato [A. D. 733] nell’Isauria, e trattato da eretico, che avea macchiata la purità battesimale e dichiarata guerra alle Immagini, avea di fatto sposato una Barbara. Quest’empia alleanza avea posto il colmo a’ suoi delitti e l’aveva abbandonato alla censura della chiesa e della posterità. [A. D. 941] II. Romano non poteva essere considerato come imperator legittimo: nato di famiglia plebea, s’avea usurpato il trono, ignorava le leggi, e non pensava all’onore della monarchia. Suo figlio Cristoforo, padre della giovanetta che sposò il re Bulgaro, non avea che il terzo grado nel collegio de’ principi, ed era poi suddito ad un tempo e complice del suo colpevole padre. Sinceri e zelanti cristiani erano i Bulgari, e la sicurezza dell’impero, non che la libertà di più migliaia di prigionieri, dependeano da questa mostruosa alleanza. Nondimeno, non potendo motivo alcuno esentarlo dalla legge di Costantino, fu dal clero, dal senato e dal popolo disapprovato il suo contegno, e in vita e in morte gli fu rimproverato l’obbrobrio dello Stato. [A. D. 943] III. Il saggio Porfirogeneta avea trovato una difesa più onorevole pel maritaggio di suo figlio colla figlia di Ugone re d’Italia. Dal gran Costantino, principe ragguardevole per la santità, apprezzavasi la fedeltà e il valore dei Franchi1; e lo spirito profetico onde era dotato lo avea istruito della loro grandezza. Furono eccettuati dalla proibizion generale

  1. Si suppone che Costantino avesse fatto elogio della ευγενεια nobiltà, e della περιφανεια fama dei Franchi, con cui avea contratto alleanze pubbliche e private. Gli autori francesi (Isacco Casaubono, in Dedicat. Polybii) si compiacciono di quei complimenti.