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192 storia della decadenza

legato al trono che non dovesse paventare la gelosia de’ suoi pari, e insignito de’ titoli e delle prerogative reali. Dopo le quali cose apparve che sol per vantaggio del principe e de’ popoli, senza viste d’interesse o per sè, o per la propria famiglia, il gran Duca acconsentiva ad assumersi la tutela e l’educazione del figlio di Teodoro; del rimanente aspettava egli con impazienza il felice istante, in cui già ferma al regno la mano del giovine Principe, potesse questi liberare il suo tutore dal peso dell’amministrazione, e restituirgli il conforto di vivere nella sua pacifica oscurità. Gli vennero primieramente conferiti i titoli e le prerogative di despota, per cui godea degli onori della porpora, e del secondo grado della monarchia romana. Convenutosi indi che Giovanni e Michele sarebbero acclamati Imperatori colleghi, e sollevati entrambi sopra lo scudo, salva per Giovanni la preminenza derivatagli dal diritto di successione, i due augusti colleghi si giurarono amicizia inviolabile, permettendo ai sudditi di obbligarsi con giuramento a chiarirsi contro l’aggressore; espressione equivoca ed atta a somministrare pretesto alla discordia e alla guerra civile. Di tutto ciò Paleologo parea soddisfatto: ma nel dì della cerimonia della coronazione che accader dovea nella cattedral di Nicea, gli amici di Paleologo levarono un grido per sostenere la preminenza dovuta, questi diceano, all’età e al merito del nuovo Cesare; ed a tale contrasto fuori di luogo si cercò per temperamento il differire a più favorevole circostanza la coronazione di Giovanni Lascaris. Laonde il giovine principe, fregiato unicamente di una lieve corona, comparve seguendo il suo tutore, che solo ricevè dalle mani del Patriarca