Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XII.djvu/401

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dell'impero romano cap. lxv. 397

mente la storia, fosse il vero Mustafà, o un impostore che ne avesse assunto il nome. Il Mustafà, indubitatamente vero, combattè a fianco del padre alla battaglia di Angora; ma allorchè il Sultano prigioniero ottenne dal vincitore la permissione di mandare in traccia dei figli, il solo Musa fu ritrovato, e gli Storici turchi, schiavi della fazion trionfante, assicurano che il fratello di Musa fu rinvenuto tra i morti. Ammettendolo fuggito, sarebbe rimasto per dodici anni nascosto agli amici e ai nemici, perchè sol dopo questo tempo comparve in Tessaglia, ove una numerosa fazione riconobbe in lui il figlio e il successore di Baiazetto. Sofferse una sconfitta, per cui avrebbe terminati i suoi giorni, se non fosse stato salvato per opera de’ Greci, che dopo la morte di Maometto, altro figlio di Baiazetto, gli restituirono la libertà e l’Impero. L’abbiezione de’ costui sentimenti confermava l’opinione di chi un impostore il credeva. Dopo avere sul trono di Andrinopoli ricevuti gli onori di Sultano legittimo degli Ottomani, un’obbrobriosa fuga, e prigionia, e infame supplizio, allo sprezzo pubblico lo abbandonarono. Trenta successivi impostori sostennero la medesima parte, e fecero lo stesso fine; la quale ripetizione di avvenimenti potrebbe forse servir di prova che la morte del vero Mustafà non era bene avverata. 2. Isa1, altro figlio di Baiazetto, allorchè questi cadea prigioniero, regnava in Sinope e sulle coste del mar Nero in vicinanza di Angora; e Timur ne

  1. V. Arabshà (t. II, c. 26), la cui testimonianza in questo luogo non ammette eccezione. Anche Serefeddino attesta l’esistenza di Isa, del quale i Turchi non fanno parola.