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la vita generalmente e la natura sono una comunanza; la qual voce è sinonima di «societá» ed eziandio di «chiesa», come quella di «comunione» esprime negli ordini religiosi la partecipanza dei meriti e del rito piú venerando. La proprietá stessa non esclude la comunitá, ma rinchiude e la presuppone, imperocché gli oggetti in cui ella cade, avendo del naturale e dell’artificiale insieme, solo pel secondo rispetto si possono dir propri; tanto che se il possesso è proprio per ragion d’arte, l’uso e il godimento è comune per titolo di natura1. Ora i due oppositi intrecciandosi insieme dialetticamente, se la proprietá arguisce la comunanza, questa similmente non può stare senza di quella; tanto che i comunisti, ammettendo la prima conversione e reciprocanza ma negando la seconda, dimezzano e distruggono l’essenza del dialettismo. E in vero nel modo che famiglia, nazione, patria, vita e via discorrendo, importano da un lato un complesso di relazioni e però un certo accomunamento; per simile inferiscono dall’altro lato altrettante individualitá distinte, e quindi l’appropriazione; perché il relativo argomenta l’assoluto, né il generale può darsi senza la compagnia e coefficienza del singolare. Perciò se i comunisti procedessero a punta di logica, dovrebbero negare l’individuo in universale e, come osserva un gentile intelletto, non solo «dividere quelle doti sovrane e incomunicabili della sapienza, dell’ingegno, della bellezza, della salute, dell’energia, ma anche quella individualitá che ciascheduno ha» naturalmente2. La proprietá e la famiglia sono instituzioni naturali, necessarie, indelebili, antiche e durature quanto la nostra specie. Il possesso è fondato in natura non meno dell’uso, ed ha origine dal lavoro, per cui l’uomo trasforma e quindi si appropria le fatture naturali coll’arte, aggiugnendo loro un pregio che dianzi non avevano; onde il diritto di possedere risale di mano in mano sino al fatto universale e primitivo della

  1. Vedi la bella teorica del valore esposta da Federigo Bastiat nelle sue Armonie.
  2. Alcune riflessioni sopra il socialismo e il comunismo, di Marianna Florenzi Waddington, Firenze, 1850, p. 12.