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306 del rinnovamento civile d'italia


nazionale, quando per una o due rotte rende le armi al nemico e dichiara «impossibile la difesa»1.

Parrebbe almeno che il nuovo Consiglio, reputando la guerra «impossibile» di presente, dovesse mettere ogni suo sforzo a renderla agevole per l’avvenire. Due anni e piú corsero da quel giorno, e l’intento potrebbe oggi essere conseguito. Ma in vece vedremo a suo luogo essersi fatto ben poco e che, avendo l’occhio all’operato, si potrebbe credere volersi perpetuare anzi che rimuovere la prima impotenza. L’Azeglio testé diceva «il Piemonte essere un popolo che vuole e sa viver libero e indipendente e che è risoluto a perire piuttosto che cedere il proprio diritto»2. Magnanime parole che, dette nel maggio del quarantanove, avrebbero fatti miracoli; pronunziate nel cinquantuno, dopo tanta inerzia, non possono piú avere efficacia e credito nell’inimico. Certo esse non lo impedirebbero di piombarci addosso al primo accidente che ci menomasse o togliesse il britannico patrocinio. E ben se ne accorsero i nostri, non è gran tempo, quando vacillò per un istante il ministero inglese, e all’improvviso annunzio la conceputa fiducia diede subito luogo alla costernazione ed al terrore. L’Austria lo sa e ci disprezza, né dobbiamo dissimularcelo. Ci disprezza non tanto per la facile vittoria riportata sulle nostre schiere, quanto per avere abbattuto i nostri animi; non tanto perché due volte male pugnammo, quanto perché dichiarammo la guerra «impossibile» a rifare.

Gli effetti furono quali aspettar si potevano da tali incominciamenti. Il trattato de’ 6 di agosto non provvede alla dignitá del Piemonte, né alla nazionalitá italica, né alle sorti dei ducati, di Lombardia e di Venezia, né ai diritti e agl’interessi dei fuorusciti; e impone il carico di una indennitá soverchiante l’entrata del regno. Offende la prima, poiché il re «ci rinunzia per sé e pe’ suoi successori ed eredi cosí ad ogni titolo come ad ogni pretensione verso i paesi posti oltre gli antichi

  1. «Non enim ignavia magna imperia contineri» (Tac., Ann., xv, i).
  2. Nella tornata dei 12 di febbraio del 1851 della Camera dei deputati.