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40 del rinnovamento civile d’italia

collegandoli insieme col vincolo dialettico del genio italiano, gli statisti che procedettero col metodo risolutivo ne accrebbero il dissidio; e cosí venne meno la concordia, che dovea indirizzare a un solo scopo i pensieri e l’opera di tutti, e fu alterata l’italianitá che presuppone questo concorso; onde all’idea nazionale sottentrò l’egoismo municipale. Circoscrivendo i termini di ciò che potea farsi secondo i tempi che allora correvano, io avea altresí gittati i semi degl’incrementi ulteriori, in guisa che il Risorgimento fosse determinato e preciso in ordine al presente, illimitato e progressivo per l’avvenire. Al quale intento fu indirizzata la parte storica, ideale e poetica dell’opera mia: conciossiaché la storia disvela nei germi preteriti le potenze del futuro; l’idea è estemporanea, porgendo acchiusi in un esemplare infinito tutti i gradi successivi e finiti, per cui discorre la perfettibilitá civile; e la poesia d’oggi è spesso la prosa di domani, essendo per natura profetica e anticipatrice. Spogliando di questi ripieni dottrinali l’ordito pratico del Primato, parve ad alcuni di vantaggiarlo, ed ebbero lode dai lettori superficiali, come se io avessi fatto assai meno del politico che del romanziere e dell’utopista. Ma in vece gli nocquero, perché, rappresentandolo come l’ultima meta e quasi le colonne di Ercole in cui avesse da posare irrevocabilmente il moto italiano, alienarono da esso non pochi che si consolavano delle angustie correnti colle speranze dell’avvenire. Perciò laddove io era giunto (il che parve miracolo) a riunire colla mia sintesi ideale e dialettica tutte le opinioni, altri le divise di nuovo e le rendette inconciliabili; tanto piú che si volle fare da caposcuola, fermando un programma assoluto ed esercitando un magistero, dal quale io fui sempre alieno non pure nelle dottrine politiche ma eziandio nelle speculative. D’altra parte le variazioni introdotte nel mio disegno non ebbero buona riuscita; e i fatti chiarirono quali fossero le vere utopie e chi si reggesse nelle sue proposte colla notizia degli uomini e coll’esperienza.

Fra coloro che mi fecero l’onore di seguitarmi, il Balbo e l’Azeglio furono i primi di tempo e di autoritá per la fama che i loro scritti ottennero meritamente. Ma essi aggiunsero alle lodi