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capitolo decimoterzo 75


non solo i buoni ma eziandio coloro che non sono abbastanza tristi, fa della patria l’ergastolo e il martoro dei generosi, tradisce i suol partigiani medesimi, stringe amistá e alleanza con ogni barbarie interna e forestiera, corrompe i cittadini, assolda e onora i libellisti, colloca nelle spie, nei birri, nei pretoriani, nei gesuiti il suo presidio e le sue speranze e, accoppiando Belial a Cristo, porge la mano sinistra al papa legittimo e la destra all’antipapa. I suoi ministri e satelliti per lo piú gli somigliano, alzando egli alle cariche piú cospicue uomini fangosi e ribaldi che altrove si porrebbero in mostra sulla gogna o il patibolo.

I pestiferi influssi del Borbone non si ristrinsero al Regno, perché a’ suoi pessimi consigli e a quelli de’ suoi creati l’Italia va in parte debitrice se il granduca e il pontefice le divennero avversi e micidiali della propria fama. E qual misfatto può agguagliarsi a quello di aver convertito la piú splendida e deliziosa regione d’ Italia nel paese piú sfortunato? Napoli concorde al Piemonte avrebbe redenta la nazione e posto se stesso in cielo; e ben può dirsi che, trascurando un’occasione si bella di potenza e di gloria, quel misero re si chiarisse non meno stolto che iniquo. E in vero la sua politica non ha pure quel tristo pregio che si rinviene talvolta in quella dei despoti, poiché, inetta all’elezione dei mezzi e senza unitá di pensiero, si è chiusa ogni via di scampo e corre fatalmente alla sua rovina. Tornare al bene dopo tanti eccessi è per poco impossibile e l’andare innanzi sulle stesse orme a che può riuscire? Eccovi che lo sciagurato principe giá paga il fio delle sue colpe; costretto a rendersi quasi inaccessibile, assieparsi di guardie e intanarsi nella sua reggia come in un serraglio, ma serraglio piú duro (malgrado le delizie e le pompe) di ogni carcere, perché infestato dai fantasmi della rea coscienza e dal terrore1.



  1. Sarebbe cosa superflua il menzionare in questo proposito l’opera recente del signor Gladstone (Taro letters to thè. cari of Aberdeen on thè siate prosecutions of thè neapolitan Government, London, 1851), che acquistò in pochi giorni una celebritá europea. Essa vince di peso una condanna giuridica e capitale per l’autoritá dello scrittore e l’efficacia del vitupero, riepilogando tutte le parti del governo