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capitolo decimoterzo 77


vero e della giustizia. So che non vi è sempre l’obbligo di dire la veritá, ma so pure che il silenzio è colpevole quando ha faccia di bugia e di adulazione; il che avviene ogni volta che, ammutendo ai trascorsi di una persona da te lodata, può parere che tu gli approvi o almeno che li reputi men degni di biasimo che non i meriti anteriori di plauso e di lode. Io celebrai Roma e Pio nono quando i lor portamenti onoravano la religione; non posso adunque tacere adesso che son divenuti oggetto di dolore e pietra di scandalo.

Il rimostrare e anco il resistere legalmente agli abusi della potenza è non pur lecito ma debito negli ordini religiosi come nei civili, perché l’ossequio diventa vizioso quando passa i termini segnati dalla ragione, e l’ubbidienza è colpevole se si esercita a detrimento del vero o dell’onesto. Oltre che, è profittevole e necessario all’autoritá stessa, salvandola dai soprusi e dagli eccessi che la scalzano e la rovinano. Se la comune viltá degli animi e i documenti di certe sètte non avessero da gran tempo incatenata la libertá cattolica e pervertite su questo capo le dottrine evangeliche, la religione e la Chiesa ne starebbero assai meglio. Infinite scisme e resie si sarebbero evitate, né l’Europa vedrebbe da tre secoli diviso il retaggio in piú campi e lacerato miseramente l’ovile di Cristo. Forse Lutero sarebbe sorto se Roma avesse dato retta a Girolamo Savonarola?

Abbiasi per indubitato che il palliar le colpe dei potenti le accresce e che la viltá degli animi, favoreggiando la corruttela, prepara e produce tosto o tardi la fellonia. L’evangelio vieta il silenzio, poiché prescrive la correzione, la quale dee esser pubblica quando lo scandalo è pubblico. Ed essendo fraterna, ella si stende quanto il debito di fratellanza, abbracciando i superiori non meno che gli uguali e i subordinati1. Io chiamerò



  1. «Tu dèi onorare il papa come tuo maggiore, ma non per questo però ti è proibito di potere riprendere gli errori che e’ fa e commette come uomo e come cristiano, purché e’ si faccia con quella reverenza che insegna la caritá e Io amore del prossimo; e che questo sia il vero, tu ne hai lo esempio in Paulo apostolo, il quale dice che riprese Piero che era suo maggiore, perché egli era riprensibile» (Gelli, Capricci del bottaio, 5).