Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/111

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largamente, quasi che vogliano addossare al prossimo la pena dei loro peccati. Onde va attorno in Francia un proverbio: che «i galantuomini debbono guardarsi dai convertiti». Cosi l’idea cristiana e sublime della conversione è vituperata dagli esempi di costoro, e pervertite essenzialmente le credenze che professano; conciossiaché, quando «la religione non bandisce l’orgoglio ma lo santifica, essendo privata della sua essenza, non è piú che una larva» (0.

Come gli antichi demagoghi esercitavano una vera tirannide su molti buoni cittadini ma deboli e timidi, e spesso ancora sui governanti, ritraendoli dal bene e spingendoli al male, cosi fanno ai di nostri i cattivi giornali; imperocché il coraggio di sprezzare le dicerie, gli scherni, le invettive, le calunnie, e forse piú raro che quello di resistere sul campo alle armi dell’ inimico. I rispetti umani ebbero gran parte nei nostri mali; e io non so a che termini sará per riuscire il Rinnovamento, se gl’italiani non si risolvono a scuotere l’indegno giogo. Non è uomo forte e virtuoso né cittadino libero chi ha l’animo accessibile allo spauracchio dei biasimi ingiusti e alla lusinga delle lodi immeritate. L’opinione pubblica si dee riverire; ma erra chi la confonde col favor delle sètte o col parer dei giornali, i quali spesso non rappresentano né anco una setta, ma il capriccio momentaneo o passeggierò di chi scrive. La gloria si dee amare e desiderare, ma troppo s’inganna chi la colloca nell’aura popolare o faziosa. La vera gloria è ne’ posteri, e niuno può ottenerla se vivendo non ebbe l’approvazione della sua coscienza. La riputazione durevole non può dipendere da fogli effimeri. Quanto vive un articolo di gazzetta ? chi se ne ricorda dopo qualche tempo? I libri restano se son buoni, ma i giornali anche buoni se ne vanno col vento: vivono una luna o un giro diurno di sole, e l’immortalitá che conferiscono non è piú lunga della loro vita. La stampa per tal rispetto non si distingue dalla parola; la quale è cosi fugace, che Omero la chiama «alata» ( 1 2 )

(1) Manzoni, I promessi sposi, 9.

(a) Odyss., passim.