Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/112

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e Orazio «volante» (0. I cattivi diari non hanno pur la fortuna di morir cogli autori, come il Cassio oraziano:

. . . capsis quent fama est esse librisque

ambus tutti propriis ( 1 2 3 4 5 );

e però gli uomini di gran levatura non ci badano. Il Leopardi se ne rideva; e l’Alfieri chiama l’opera loro una «rispettabile arte, che biasima o loda con eguale discernimento equitá e dottrina, secondo che il giornalista è stato prima o donato e vezzeggiato, o ignorato e sprezzato» (3). L’arma migliore contro le loro ingiurie è la noncuranza. Ne sei malmenato? non riscrivere. Il tuo silenzio accrescerá la stizza degl’ingiuriosi e fará le tue vendette: poi, vedendo che gridano invano, si stancheranno. Rispondi solo in caso che l’onor tuo assolutamente il richiegga, ricordandoti le parole di Cremuzio Cordo: «Spreta exolescunt: si irascare, adgnita videntur» (4).

I giornali son come i preti e i poeti: non possono esser buoni se sono troppi. Non giá che si debba scemare la copia degl’idonei compilatori, ma si riunire e quasi concentrare la loro opera, onde ogni opinione abbia un solo interprete, che riuscirá tanto migliore quanto avrá il concorso di un maggior numero di valorosi (5). Ma siccome la dottrina e l’ingegno non bastano, alla moralitá dei giornali ricercasi il pudore di chi gli scrive. L’assemblea nazionale di Parigi non è guari statuiva ( 6 > che gli articolisti debbano soscriversi. Fu notato che a questa legge, vivamente combattuta dai fogli corrotti e faziosi, che amano di tirare il sasso nascondendo la mano, i generosi e liberi fecero miglior viso, e che alcuni chiari nomi, come Giacomo Coste ed Emilio Littré, l’approvarono. Io non l’approvo, perché reputo inconvenienti anco le leggi utili quando non son

(1) Epist., I, 18, 71.

(2) Sai., i, IO, 63-4.

(3) Vita, IV, IO.

(4) Tac., Ann., IV, 34.

(5) Consulta il Gesuita moderno, t. I, pp. xxvil, xxvill, nota.

(6) Colla legge dei 16 di luglio 1850.