Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/115

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egli discorreva a rovescio; conciossiaché l’instruzione politica, che il ceto medio può procacciarsi in mille modi, anco senza l’aiuto dei giornali grandi, non è accessibile alla plebe altrimenti che per via dei giornaletti ; tanto che, laddove gli scritti periodici riescono per l’uno cosa di supererogazione, sono per l’altra un articolo di necessitá. Certo a sortir lo scopo è mestiere che i giornaletti intendano a educare i generosi sensi, non gli appetiti ignobili, malevoli, distruttivi; ma bisogna guardarsi di chiamare «appetito ignobile e malevolo» la coscienza del giure comune, come fanno i municipali, i quali accusano d’infiammare le passioni della plebe chi combatte le loro proprie. Questa è la vera cagione dell’astio che molti portano ai giornaletti, benché non osino confessarla; imperocché la libertá che amano versando nel monopolio degli affari e nel privilegio dei

accomodata ai paesi dispotici, nei quali la prima non consiste che nell’ubbidienza. Nei paesi liberi le due discipline ne fanno una sola, perché la notizia dei doveri civili non può esservi scompagnata da quella dei diritti, e la cosa pubblica, essendo proprietá di tutti, dee essere conosciuta da tutti. Dal che però non segue che tutti sieno capaci di sentenziare su tutto, giacché gli stessi uomini colti e anco i coltissimi non sono competenti né recipienti in ogni genere di quistioni. — «Ne viene perciò la conseguenza che i giornali piccoli sono piú propri all’educazione morale e civile. La politica è piú riservata pei grandi. 11 modo in cui si trattano le questioni politiche nei piccoli giornali è piú atto ad eccitare le passioni che a bene avviare la mente umana sul sentiero del vero e del retto» ( Risorgimento , 30 aprile 1850). — La conseguenza non corre, perché l’eccitar le passioni, in vece d’insegnare il retto ed il vero, non dipende dal sesto dei fogli ma dalla qualitá dei compilatori. E l’esperienza insegna che in Italia, in Francia e in tutti i paesi del mondo il detto vizio non è meno frequente nei giornali di grande che in quelli di piccola mole, salvo che i primi per ordinario si appigliano alle passioni dei privilegiati. Ché se per paura di eccitar le passioni della plebe volete tenerla al buio della politica, fate un passo piú innanzi e toglietele la libertá. Cosi sarete piú logici e meno ipocriti. Il voler che la plebe sia libera e ignorante insieme è contraddizione. Come la libertá morale presuppone una cognizione morale, cosi la libertá politica presuppone una scienza politica. Se la plebe è si incolta da non capire le quistioni politiche anco elementari, o dovete abilitarvela o levarle una libertá mendace ed inutile. Ma perché ella è rozza, voi volete privarla dei pochi anzi dell’unico mezzo che oggi possiede di dirozzarsi civilmente? perché non può ricorrere ai libri né ai giornali grandi, volete torle anco i piccoli? perché non è capace di poggiare alla cima della politica, volete frodarla eziandio delle nozioni rudimentali e proporzionate alla sua apprensiva? Che logica è questa? E se i retrogradi, usandola, sono almen consentanei al proprio dogma, per cui vogliono che non solo la plebe ma il popolo sia servo, che scusa possono avere i liberali di municipio?