Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/191

Da Wikisource.

conserto della fortuna, della felicitá e dell’audacia in questo verso:

Da facilem cursum et atidacibus annue coeptis (0.

11 Lasca diceva di Lorenzo de’ Medici : «Egli non comincia impresa che egli non finisca, e non ha mai fatto disegno che egli non abbia colorito... Egli è il diavolo l’avere a fare con chi sa, può e vuole» < 2 >. L ’ .infortunio per contro è la dissonanza dell’arbitrio dagli ordini naturali, perché quando l’uomo contrasta a Dio egli è giocoforza che rimanga perdente. Perciò nella nostra lingua informata dalle idee cristiane la sventura chiamasi «disgrazia» ( 3 ), quasi negazion della «grazia», che nella filosofia dell’evangelio significa il favore e l’influsso dell’atto creativo. E siccome la felicitá è effetto della grazia, cosi arride alla fede, o sia questa fondata nel vero o ne abbia solamente l’ombra U). E chi crede alla fortuna crede anco alla storia, come faceva Napoleone (5), perché la storia è la tela ordita dalla providenza. jL a storia è la final itá del mondo presente; e imperocché in buona filosofia il fine s’immedesima coll’inizio, perciò la teleologia si mescola colla protologia, e il sentimento efficace’ che gl’ingegni cospicui hanno del termine si confonde colla coscienza che hanno del principio, cioè di quella virtú creatrice che opera in essi ed è molla e radice di ogni attivitá loro.

Negli uomini straordinari la buona e la cattiva fortuna talvolta si alternano, e piú spesso questa precede e quella séguita, come l’armonia sottentra al conflitto nel magistero della dialettica. Se l’ordine contrario ha luogo e l’uomo grande finisce male, ciò può accadere senza sua colpa, quando l’opera impresa da lui è attraversata da una forza tale che non è in poter

(1) Viro., Georg., 1, 40.

(2) Cene, ut, io.

(3) Per un’altra figura eziandio cristiana, gli scrittori dell’ottimo secolo danno spesso all’ infortunio il nome di «giudicio», quasi pena ingiunta o condanna pronunziata dal giudice. Vedi il Vocabolario alla voce «giudizio», i, 2, 3.

(4) «Inclinati s ad credendum animis, loco ominum etiam fortuita» (Tac., l/i.si

U, 1).

(5) Nella sua nota e singolare risposta ai consigli prudenziali del comico Talma.