Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/217

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non accade rispondere, perché la filosofia del secolo decimonono dee essere francata dal debito di ribattere certi paradossi appena tollerabili nei tempi addietro. Vero è che certuni, confessando la necessitá di un culto, vorrebbono almeno mutarlo; ma non si accordano nello scambio. Gli uni propongono una religione diversa dal cristianesimo, cioè un teismo schiettamente razionale senza riti né templi né sacerdozio, ovvero l’apoteosi del genere umano, il quale è molto in voga al di d’oggi ed è senza dubbio il dio piú recente che si conosca. Gli altri, avvisando essere troppo assurdo il voler edificare fuori degli ordini cristiani, immaginano di sostituire alla cattolica qualche altra comunione fra le molte che regnano nei vari paesi, ovvero di rabberciarne una nuova coll’aiuto delle scritture. Il punto della religione da un lato è cosi connesso colla dottrina del primato italiano, e dall’altro di tanto rilievo in se stesso eziandio politicamente, che non si dee passare affatto in silenzio, giacché troppo nocerebbe alle speranze della patria nostra se certi sognatori tentassero di dar corpo alle loro chimere. Né io per ciò intendo di toccar la quistione teologica, ma solo di fare alcune poche avvertenze dedotte dal retto senso, per mostrare in prima che il surrogare in Italia al cattolico qualunque altro culto è cosa praticamente impossibile, poiché esso culto cattolico si può appieno comporre con tutti i progressi civili senza offendere o alterare la sua sostanza menomamente. Le mie osservazioni, ristringendosi fra i termini della pratica e non avendo risguardo alla veritá intrinseca del cattolicismo (il che né converrebbe alla natura di quest’opera, né potrebbe farsi senza lungo discorso), potranno essere approvate eziandio da coloro che da me dissentissero intorno al valor dottrinale delle credenze ch’io professo.

Dico adunque che, quanto al fondare e propagar largamente una religione nuova, oggi mancano in Europa e specialmente in Italia le condizioni richieste a tal effetto; tanto che se i conati di questa fatta non furono mai frequenti come oggi, non vi è stato alcun tempo cosi disacconcio alla riuscita. Ogni innovazione per allignare e spargersi ha d’uopo di un ambiente