Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/24

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grembo della natura e accrescerle col sapere. Donde nascono i maravigliosi progressi della coltivazione, delle industrie e dei traffichi moderni, se non dall’applicazione della meccanica, della fisica e della chimica ai veicoli terrestri e marittimi, ai campi e alle officine? e che cos’è questa applicazione, che ogni giorno va crescendo e perfezionandosi, se non un miracolo dell’ingegno? Come va pertanto che la prima potenza umana si passi in silenzio e vogliasi quasi sbandire dalla scienza e dalla vita? Ciò nasce per un lato dalla sua raritá e per l’altro dalla gelosia invidiosa del maggior numero, il quale, trovandosi difettivo di siffatto bene, non è inclinato a riconoscere chi lo possiede, anzi vorria farne senza. Cosi il difetto di questo efficiente corrompe e altera la democrazia, la quale, quando è pervertita, avvalora e reca in arte il vizio onde nasce la sua corruzione. I democratici che incorrono in questo errore non si distinguono dai loro contrari, giacché il disprezzo e l’odio dell’ingegno è comune a tutte le sètte sofistiche ed illiberali, ed è la precipua delle magagne che ammorbano gli Stati del continente.

La trascuranza dell’ingegno rende impossibile non pure la soluzione del quesito democratico, ma eziandio quella del nazionale. Che cos’è infatti la nazionalitá se non la coscienza civile dei popoli e, come dire, l’intelligibilitá loro? Ora ogni intelligibile presuppone l’intelligente, e un popolo non può intendere né compenetrare riflessivamente la mente propria se non mediante i particolari uomini che meglio lo rappresentano. La nazionalitá non è dunque compiuta se non s’individua in alcuni sommi; onde qual popolo manca di uomini grandi, non è ancor giunto a essere perfetto di nazione. E perciocché la storia è la biografia dei popoli, come la biografia è la storia degl’individui, gli Stati e le popolazioni che son prive di racconti biografici hanno pure difetto di documenti storici, ché Plutarco è il compimento di Tucidide e Livio. La formazione delle nazionalitá corre per due gradi o momenti distinti, il primo dei quali è universale e si può ragguagliare alla concezione negli ordini organici; il secondo è individuato e risponde alla nascita. Allora nascono le nazioni quando un bailo civile le trae in luce: