Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/85

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Pompeo e Cesare medesimo, ora è deserta come cosa vieta» (0. D’altro lato l’antichitá non basta a nudarci, perché non fu sola a crearci; e gl’imitatori di Giuliano son piú inescusabili, quando gl’idoli loro son disfatti da quindici secoli. Oltre che, havvi un’«antichitá falsa e corrotta», differentissima dalla «vera e perfetta», come nota il Machiavelli ( 1 2 3 ), e invalsa di mano in mano che al periodo d’ incremento sottentrò quello di declinazione; e a cernere l’una dall’altra giova il cristiano giudicatorio. Ché se l’antichitá falsa e corrotta ripugna alle dottrine evangeliche, ciò torna loro a non piccola lode; come non ridonda in biasimo dell’antichitá vera e perfetta, se non si può accordare con quella larva di religione eunuca ed infetta che certuni oggi professano sotto nome di cristianesimo.

Il componimento dei due principi e i primi tratti della modernitá, che ne nacque, appartengono alla seconda parte del medio evo, benché la poca notizia che si aveva delle cose antiche assegnasse al nuovo culto le prime parti nella fattura. «Per ben raffigurare le condizioni del medio evo e farne diritta stima, uopo è avvertire che tutto vi è incominciato e nulla vi è compiuto; nel che risiede la nota speciale di tale etá e il marchio piú pellegrino che la distingue dalle seguenti. I bassi tempi sono l’organogenia dei civili, e il volervi trovare una pulitezza adulta e maturata è come un andare in busca dell’uomo fatto nei rudimenti dell’embrione. Tuttavia, siccome il germe embrionico contiene i lineamenti di tutto l’uomo, cosi non v’ha alcun bene posseduto o sperabile dai popoli piú gentili che non si trovi dementato e schizzato a guisa di seme o di bozza nel medio evo» ( 3 ). I giudizi ripugnanti che si portano su questo periodo, alcuni scrittori esaltandolo fuor di misura e altri dicendone ogni male, procedono dal non avere avvertito il suo proprio carattere, il quale è un misto di civiltá nascente e di barbarie in declinazione.

(1) II Porzio.

(2) Arte della guerra, i.

(3) Prolegomeni, pp. 283, 284.