Pagina:Giovanelli - Vita di Alessandro Vittoria, 1858.djvu/44

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messo di Berengario alla corte di Costantino Porfirogcnilo, non per questo ella ti appare nien viva e meno terribile; se non che dalla posa, dal sembiante e dagli occhi spira quel generoso affetto, con che la storia ci dice aver essa servilo nel deserto l’austero eremita. Ivi medesimo, nel magnifico altare maggiore, dice il Moscióni, vi avea una custodia in marmo adorna di varii bronzi, fra i quali anche delle due statuette rappresentanti Malacchia e Melchiscdecco, ciascuna col nome del Vittoria, loro autore; ma le variazioni recentemente praticate in quell’altare diedero bando a tali opere celebratissime per l’eccellenza dell’esecuzione e la bellezza del contraposto o riscontro. Perdite irreparabili sono queste, che meritano di essere rammentate agli operarii delle chiese e ai rettori dei luoghi pubblici, onde pria di dar luogo a mutamenti o trasporti d’oggetti d’arte, consultino gli intelligenti. Nell’anno seguente 567, pervenuto Alessandro, mercè l’indefesso lavoro ed il sommo credito, a più comodo stato, pensò di passare a secondi voti; e conosciuta Veronica, figlia di Domenico e sorella di Gregorio Lazzarini, dello il Rafaello tra i veneti dipintori, donna avvenente e secondo il cuor suo, nel di 20 Aprile con gran festa la fece sua sposa. Tanto di quest’anno che del successivo si conoscono poche opero del Vittoria; e se diciamo poche, gli è solo in confronto delle mollissime che si videro uscire dalla sua officina negli anni precedenti, e rispetto ad un artefice quale era Alessandro, che lavorava con incredibile facilità. Pare ch’egli abbia modellato in Digìtized by Google