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Il libro del comando 29


parire dinanzi. Sicché in ultimo mi convenne lasciarlo fare, e ora non mi lascia più un minuto. Le bestie sono come i cristiani. Sta con quei ragazzi, che ne fanno alla palla; alle volte gli fanno anche male, ma non c’è pericolo che si rivolti mai. A lasciar la carne in tavola non la guarda neppure; una guardia poi come lui non c'è. La notte, se sente toccar l’uscio, benché sia piccino, non dubiti, fa svegliare. Non è un cane bello, lo so, anzi è brutto; eppure, benché io sia povero e abbia bisogno d’un centesimo, non lo darei per cento lire.

Intanto principiava a farsi giorno, e l’erta si faceva sentire.

— Che bella posizione è questa! Eh? Quassù tra pochi minuti c’è il sole, e laggiù guardi che nebbia! Ci par il mare!

Infatti si vedeva in fondo alla vallata dell’Arno una nebbia densa, come un gran lago bianchiccio e vaporoso.

— Non erano mica grulli i nostri antichi a fabbricar su queste montagne; si vede che avevano piacere di stare all’aria fine: l’ha a guardare che i paesi antichi son tutti sui poggi. Gli è il male che per noi l’aria fine non ci vorrebbe.

— Perchè?

— Perchè coll’aria fine ci sta l’appetito; del pane bisognerebbe averne di molto, e per