Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/110

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detto suo fratello come dote materna, e posta nella via principale del paese 1. La nota corrispondente vedila a pag. 83.

    e distretto qui faccio tutti nostri beni e sustanze mobili e immobili di noi Tommaso e Giovanni di Ser Giovanni da castel Sangiovanni valdarno di sopra, abitanti in Firenze. Abbiamo dexstimo soldi sei. «Siamo in famiglia noi due chonnostra madre la quale è detà danni quaranta cinque: io tomaso sono detà danni venticinque, e giovanni mio fratello è detà danni venti. «Stiamo in una chasa Andrea Macigni della quale paghiamo lanno di pigione fiorini i0, che da i° via, da 2° il detto Andrea, da 3° larcivescovo di Firenze, da 4° il detto Andrea. «Tengo io tommaso parte duna bottega della badia di Firenze della quale pago lanno fiorini 2, che da i° via, da 2° e 3°, da 4° la detta badia. «Sono debitore di nicholò di S. Lapo dipintore di lir 102. s. 4. «Siamo debitori di piero battiloro di fior. 60 circa. «Siamo debitori al presto di lioni e quello della vacha per pegni nabbiamo posti in più volte di fior. 4. «Siamo debitori dandrea di Giusto, il quale stette chomeco Tomaso sopradetto, di suo salario fior. 6. «Nostra madre de’ auere fior 100 per la sua dota, quaranta da Mona d’Andreuccio di chastel Sangiovanni e sessanta dalle rede di Tedesco di Chastel Sangiovanni, il quale fu suo sechondo marito. «Nostra madre sopradetta de’ auere dalle rede del sopradetto Tedesco il frutto duna vigna posta nella piscina nella Corte di Chastelsangiovanni e labitazione duna casa posta in detto chastelo Sangiovanni per un lascio fatto dal sopradetto Tedesco, nonne scriviamo la rendita dela vigna, né i confini perchè nogli sappiamo né nonnà nostra madre alchuna rendita della detta vigna né abita nella detta chasa». (Arch. di Stato di Firenze. Portate al Catasto del 1427, Quart. S. Croce, Piviere di Cavriglia, Castel S. Giovanni, a c. 294). È noto quanto fu scritto intorno al tempo della nascita e della morte di Masaccio dal Vasari, dal Baldinucci e recentemente dal Milanesi (Giornale storico degli Archivi Toscani, anno 1860, vol. IV, p. 194; Sulla storia dell'Arte Toscana, Siena, Lazzari, 1873, p. 289-90). Quanto all’anno della morte credo possa ritenersi con certezza essere il 1429. Il documento di quest’anno citato dal Milanesi, cioè la portata dov’egli dice cancellato il nome di Tommaso di ser Giovanni con l’annotazione: «Dicesi morto a Roma», (Giornale st. cit.) non mi é stato possibile rintracciarlo, ma, certo, non è da mettere in dubbio che il dotto illustratore delle Vite Vasariane l’abbia veduto, sebbene ci sembri strano che in tal documento si dica Masaccio avere nel 1429 venticinque anni di età, mentre, invece, ne aveva venticinque, come è testi-

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