Pagina:Giovanni Magherini Graziani Masaccio ricordo delle onoranze.djvu/111

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Masaccio nacque artista; tuttavia a svolgere in lui l’alta e divina facoltà largitagli da natura dovè,


    moniato indubbiamente dalla portata riferita, nel 1427. Che morisse nel 1429 invece che nell’anno precedente, si desume dalla denunzia fatta da Masaccio il 21 dicembre 1428 di suo proprio pugno, in rappresentanza di un certo Andrea suo creditore, dove si legge: «E io Maso di ser Giovanni da Sangiovani o schritta detta Ischritta cho volontà e preghiera del detto Andrea e in presenza di Francescho di Nani di Francescho e di S. Simone di Michele da Sangiovani». (Arch. di Stato Fior., arch. delle Decime, Catasto del 1427 quart. S. Croce, Piviere Cavriglia. S. Giov. a c. 819). Questa denunzia dalla quale è riprodotta la firma del Maestro (è sotto il ritratto avanti al frontespizio), prova che se egli era a Firenze nel 21 dicembre del 1428, secondo ogni verosimiglianza, considerata anche la lentezza del viaggiare d’allora, non poteva esser giunto a Roma dove sicuramente sappiamo che morì, altro che nell’anno successivo. Della morte di Masaccio avvenuta in Roma è prova la portata di Niccolò di ser Lapo riferita dal Milanesi (Sulla st. dell’Arte Toscana, p. 290): «Rede di Tommaso di ser Giovanni dipintore den dare lire sessanta otto. Questo Tommaso morì a Roma: non so se mai n’arò alcuna cosa, poiché dice il fratello non essere rede». «Maso e Giovanni, frategli e figliuoli di S. Giovanni» sono ricordati nello stesso anno 1430 come debitori di fior. 8 a lire 5 e soldi 8, di Piero di Francesco Battiloro. (Arch. delle Decime, Catasto del 1430. S. Giov. Leon d’Oro M. Z. a. 427. Del debito di Masaccio con Niccolò di Ser Lapo abbiamo altri due ricordi: «Rede di Tommaso di Ser Giovanni mi deve dare e non si truova chi sia rede e con chi si faccia conto credo avere avere». (Niccolò di Ser Lapo pittore). Arch. delle Dec., Catasto del 1433. S. Croce, Ruote a. 666. «(31 Maggio). Rede di Tommaso di Ser Giovanni mi deve dare e non si trova o con chi si faccia conto credo avere avere». (Niccolò di Ser Lapo). Arch. Decime, Catasto 1433. S. Croce, Ruote a. 755.

    1) V. La casa paterna di Tommaso detto Masaccio Guidi da San Giovanni. Notizie raccolte nell’intendimento di apporvi una lapide commemorativa; S. Giovanni, tip. Righi, 1863. I documenti pubblicati dal cav. Giovanni Marcantelli proprietario della casa provano che la metà di questa apparteneva, nel 1442, a Giovanni Guidi che vi abitava, ma non provano che l’avesse avuta per eredità del padre, che vi fosse nato il fratello Tommaso e che appartenesse anche a lui, come dicono fra gli altri il Baldinucci p. 84, e Leopoldo del Migliore (cod. Magliab. 409, CI. 25, p. 237) senza giustificare l’asserzione. Nella denunzia fatta da Giovanni nel 1451 (Gaye, op. cit.), egli