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queste prime indicazioni, e bisogna continuarne l’uso, a meno la tumefazione della zampa non divenga renitente, violacca e molto dolorosa. In quest’ultimo caso, vi ha tendenza alla gangrena, bisogna ricorrere alle scarificazioni; si medicano le piaghe colla china- china, e si umettano i cataplasmi col fondo di vino. Se, dopo la caduta dell’escara, la piaga è di buona natura, basta favorire ancora per qualche tempo questo processo salutare, abbandonando in seguito il male alle cure dello stesso cane, il quale termina la guarigione lambendo la parte e tenendola in un continuo stato di proprietà.

§ 2.° ferite (blessures).

I cani sono molto soggetti ad avere le zampe ferite da corpi acuti e taglienti sui quali camminano, e che agiscono differentemente secondo la forma, la direzione che sieguono introducendosi nel piede Così, le spine, gli aghi, le spille producono punture più o meno profonde, ed alle volte il corpo pungente resta intieramente infitto nella zampa, oppure ne lascia dei frammenti. La stoppia delle graminacee calpestata dai cani durante i forti calori, possono pure dar luogo a diverse punture; le lame metalliche taglienti, i frammenti di vetro di bottiglia, le pietre, cagionano soluzioni di continuità le quali non differiscono dalle punture se non per avere una certa estensione; le une e le altre di queste ferite sono superficiali o profonde, semplici o contuse e complicate da’ frammenti ritenuti nell’interno della parte.