Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. I.djvu/266

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234 Giro del Mondo

il caffè; non trovandosi in Gallipoli Xan. Mi diede la sera un’ottima cena, e miglior letto; che veramente mi facea di bisogno, per aver patito cinque notti in mare: però essendo egli Giudeo, Rabbino della sua legge, e per conseguente dotto, e puntuale osservatore dell’Ebraiche superstizioni; non poteva io accomodarmi alla sua Farisaica maniera di vivere, intorno alle vivande, e modo di mangiarle. Egli giammai non permetteva, che lo tagliassi il pane col mio coltello, ma solo col suo; e quel, che più mi faceva ridere era; che quei coltelli, con cui tagliava la carne, non adoperava in null’altra cosa; e tutti aveano ad essere senza macchie. Quanto al mio viaggio, rispose, che se fussi giunto un giorno prima, avria potuto andare con un Giannizzero, che portato avea alcune lettere della Corona di Francia all’Ambasciadore (consignategli da un Capitano di Vascello Francese, che in 24. giorni era venuto da Marseglia); ad ogni modo, che avria fatto ogni possibil diligenza, per ritrovar comodità sicura: giacché io avea ricusato l’imbarco sopra detto Vascello per Costantinopoli, per lo gran desiderio di vedere prima la Corte Ottomana.


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