Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/331

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Del Gemelli. 297

picciola berretta fasciata d’un dilicato drappo di lino, e seta; di sotto al quale cadevano le lunghe treccie sino alla cintola: un lungo velo giallo, o rosso copriva le spalle, e girando cadeva dinanzi gli omeri. Oltre i duplicati pendenti, tenevano in mezzo le narici un grosso annello d’oro, e nella fronte altri pendenti ligati, o incollati; però il più penoso ornamento mi parve quello del naso, perche nella sommità, e parte curva del medesimo, tenevano passato dall’una parto all’altra un picciol chiodo dorato, o d’oro per ornamento, che a noi altri Europei sembrava deformità. Nella gola aveano una collana d’oro, o vezzo di perle secondo il potere, e vaghe maniglie alle braccia. In quest’abito principiarono il ballo, con gravità, al suono d’un tamburo, e di due pezzi di metallo, che facevano un grande strepito giunti a’ sonagli, che aveano ne’ piedi. Continuarono poscia con infiniti atti, e posture immodeste, facendo quello scoppio di dita, che noi volgarmente chiamamo castagnole, con le mani giunte assai graziosamente; o frammettendo il canto al ballo di quando in quando. A dire il vero mi piacque tanto, che volli vederlo più d’una volta,


e da