Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/44

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16 Giro del Mondo

ciascheduno stiede in guardia delle sue robe, per tema de’ paesani, espertissimi nel mestiere di rubare i viandanti.

Il Lunedì 7. di buon’ora continuammo il viaggio per una valle molto pericolosa per gli ladri. Usciti dalla medesima, dopo 15. miglia passammo a guazzo un’altro profondissimo fiume. Quivi trovammo i Rattar o Guardie delle strade, i quali pretendevano una somma straordinaria da me, e dal P. F. Domenico; onde mi vidi obbligato ad aprirmi il passo colla pistola alle mani. Eglino frattanto non lasciavano il P. F. Domenico, il quale vedendosi il cavallo trattenuto per la briglia, dimandava l’altra pistola per spaventare il Rattaro; ma all’ultimo vedendo essi la mia risoluzione lo lasciarono, contentandosi d’un’Abassì per testa. Rintanate le Guardie nel loro tugurio, passammo un’altro profondo fiume in un paese ben coltivato; e dopo due altre miglia un’altro fiume detto Arpaci, o Arpasu. Questo, benche sia diviso in tre braccia, è nondimeno molto impetuoso, e vi ci avemmo a perdere. Su gli occhi nostri la corrente trasportò un buon tiro di moschetto una Donna Armena Cattolica a cavallo, col figlio in groppa, ed ella


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