Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. II.djvu/45

Da Wikisource.

Del Gemelli. 17

intrepida non si sbigottì punto; come ne anche un’altra, portata in groppa da un Turco (ponendosi in Persia tre e quattro sopra un cavallo.) Quando cresce più l’acqua per le nevi liquefatte, si passa una lega più sotto. Continuando il cammino per campagne affatto incolte, andammo a pernottare in vicinanza del Karvanserà dì Karaba, dopo aver fatte 30. miglia in 11. ore.

Questa fabbrica era quadrata, e delle più capaci e belle, ch’io avessi vedute. Vi è un’abbondante sorgiva di buone acque, che scaturisce da una pietra tagliata. Dicono gli Armeni, che l’avesse fatta Sem figliuolo di Noè. Per quel che tocca all’impietrirsi quest’acqua nello spazio di dieci mesi, posta in un fosso, fu sogno del Tavernier[Tavern. liv. 1. pag. 43. chap. 4.]; poiche niuno de’ Persiani, o Armeni pratici del luogo seppe dirmene alcuna cosa; non che il Karvanserà fusse stato fabbricato di tai pietre.

Il Martedì 8. dopo 15. m. di strada giugnemmo a 14. ore in Nakcivan; donde partì subito il P. F. Domenico per lo Convento di Abarener, per cui era destinato; temendo fortemente de’ Rattari, che sono grandissimi ladri. Restai adunque io solo bersaglio delle furberie di co-

     Parte II. B storo;