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152 Giro del Mondo

ne de’ naturali. Nello scender da cavallo caddi così fieramente di fianco a terra, che mi s’impedì per un quarto d’ora la respirazione, non senza pericolo di morire; e ne stetti male per molti giorni, dopo avermi cavato sangue, ed usato altri rimedj.


CAPITOLO SECONDO.

Arrivo in Galgalà, dove era accampato

il Gran Mogol.


I

L Giovedì 17. dopo cinque cosse di cammino, passai per una Terra murata, detta Matur; e quindi fatte due altre cosse, nel Casale di Galgalà, dov’era il Campo del Mogol. Passato il fiume di Kiscinà, entrai negli alloggiamenti, da’ Maomettani detti Lascari; e mi ospiziarono alcuni soldati Cristiani d’Agra. Il Venerdì 18. passai nel quartiere de’ Bombardieri Cristiani, per udir Messa; e trovai una comoda Cappella (fabbricata di fango) servita da due Sacerdoti Canapini, a’ quali i Cattolici danno il necessario sostentamento. Ascoltata che ebbi la Messa, m’invitò in sua casa Francesco Borgia, Veneziano d’origine, ma


nato