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522 Giro del Mondo

modo dal freddo, sotto grotte, cavate da essi colle mani. Passarono in quello spazio molte navi; ma niuna, per molti segni, ch’essi facessero, con fuochi, chiamando soccorso, volle giammai venire ad ajutargli, per timore forse delle secche; e così convertivasi sempre in tristezza la conceputa sprranza. Si risolsero alla fine o di morire, o di uscire da tante miserie; poiche gli uccelli spaventati, più non venivano in quella quantità di prima, ed essi eran divenuti tante fantasime, per mancanza di cibo, e di fuoco (che s’erano ridotti a far di paglia) e per l’acqua, ch’era pessima. Fecero adunque una picciola barchetta, o per dir meglio, cassa di tavole; calafatandola colla bambagia d’una materassa, che tenevano, e ponendovi, in luogo di pece, grasso di tartarughe. Fecero le corde di certi nervi delle medesime; e le vele delle pelli degli uccelli, cucite insieme. Partironsi in fine senza la bastante provvisione d’uccelli, e d’acqua; riponendo ogni lor speranza nella misericordia divina; e dopo otto giorni, approdarono nell’Isola d’Aynan.

Posto piede a terra da’ 16. marinai (poiche due si erano morti nell’Isoletta) presero a fuggire i Cinesi, in vedendogli co-


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