Pagina:Giuseppe Grassi - Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana (1821).djvu/107

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«Speranza di salute sì è quando dopo ’l peccato seguita la vergognaCavalca.

»Poichè la paura vinse la vergogna si posero in fuga.» Serdonati.

Resta a disaminarsi il terzo significato di vergogna, nel quale pare che questa voce s'accosti di tanto a quella d’ onta da non potersi così facilmente discernere in qual parte vengano esse a diversificarsi. Abbiamo conosciuto dalle origini e dalle definizioni delle due voci, che onta racchiude necessariamente in se due idee, quella cioè dell’ingiuria o del danno, e quella del disprezzo; ma vergogna nel suo terzo ed ultimo significato non può averne che una sola, ed è quella del biasimo o del disprezzo che vien dal danno, o dal torto, o dall’ingiuria sofferta: epperò vergogna è meno d’onta come si vede nel seguente esempio del Petrarca:
»Che il danno è grave, e la vergogna è ria.»

Anche il Boccaccio partì con diversa intenzione le due voci in quel luogo del centonovelle, ove dice: »Io vinto dall’ira della perdita de’ miei denari, e dall’ onta della vergogna che mi parea aver ricevuta dalla mia donna, la feci ad un mio famigliare uccidere.» Al qual passo i Deputati sul Decamerone notano,